Al momento non c’è una cura definitiva. Si è visto qualche risultato su
alcuni casi e in alcune forme con il trapianto di midollo osseo che tuttavia non
può essere definito un rimedio definitivo. Si iniziano a vedere i risultati della
ricerca con la terapia di sostituzione enzimatica o ERT (oggi per l'MPS I,
l'MPS VI e per l'MPS II, in un futuro prossimo per la MPS IV).
Viene riposta molta fiducia (i dati sono iniziali9 nella somministrazione della
genisteina. Si intravede qualche spiraglio nella ricerca con la
terapia enzimatica intratecale (per i pazienti con disturbi neurologici) e nella
terapia genica (MPS II e III).
Resta importante il fatto che i pazienti vengano aiutati con
terapie atte ad intervenire sulle manifestazioni della malattia. Il trattamento
in definitiva si basa su un’assidua assistenza ed intensità di controlli
(soprattutto in certe forme e in certi periodi), da parte di presidi
ospedalieri. Purtroppo si trovano spesso centri inadeguati, perché non provvisti
di sufficienti conoscenze per affrontare i problemi che la malattia comporta,
come pure non si trova chi può insegnare alle famiglie a continuare a casa
terapie che sono quotidiane e che talvolta necessitano di apparecchiature
sofisticate. Questo spesso li costringe a ricorrere agli ospedali anche là dove
si potrebbero evitare ricoveri ed attuare terapie domiciliari con un buon
supporto del medico di base e di qualche operatore dei servizi di base.